Cause, sintomi e soluzioni terapeutiche o chirurgiche

Facciamo chiarezza sulla terminologia legata alle recessioni gengivali

RECESSIONE GENGIVALE

Come il termine stesso suggerisce, indica la migrazione del margine gengivale in una sede più apicale (ossia più alta o più bassa, riferendosi rispettivamente all’arcata dentaria superiore o inferiore) rispetto alla sua posizione naturale. Non si devono confondere le recessioni gengivali con le “tasche gengivali”, che in passato erano anche definite con il termine generico di “piorrea”, perché sono due tipi di problemi gengivali distinti e dovuti a cause diverse, che agiscono però sullo stesso substrato (le gengive appunto).

INNESTO GENGIVALE

Con questo termine, nel linguaggio comune, spesso ci si riferisce ad una descrizione sommaria di più procedure (o meglio, tecniche chirurgiche), le quali hanno tutte come unico e ultimo obiettivo la ricopertura della superficie radicolare. Nella pratica clinica quotidiana ad ogni paziente, e quindi ad ogni problema legato alle gengive, corrisponde un approfondimento diagnostico personalizzato, seguito poi da un piano terapeutico, il quale verrà poi messo in opera (con riferimento alla ricopertura radicolare) scegliendo una delle tecniche chirurgiche ad oggi disponibili; tra queste, giusto a titolo esemplificativo, l’innesto gengivale vero e proprio è una tecnica che permette di prelevare un piccolo frammento di tessuto gengivale da una zona ove questo è presente in abbondanza (ad es. il palato), per andarlo poi ad attaccare nella zona del dente dove è presente la recessione.

LE CAUSE

É importante sottolineare che, nonostante da sempre vengano dati per certi alcuni fattori nell’instaurazione e nella progressione delle recessioni gengivali, in letteratura ci sono delle controversie riguardo all’effettivo ruolo che questi stessi hanno, allo stato attuale delle conoscenze.

I FATTORI

I fattori che possono avere un ruolo chiave nello sviluppo delle recessioni sono:

  • Metodo di spazzolamento non corretto (orizzontale)
  • Forza di spazzolamento (troppo vigoroso)
  • Frequenza di spazzolamento (più di 3 volte al giorno)
  • Durata di spazzolamento (sopra i 3 minuti)
  • Durezza delle setole (troppo dure)
  • Spazzolamento manuale (in alternativa a quello elettrico)
  • Frequenza di cambio dello spazzolino (troppo frequente)
  • Terapia ortodontica in atto
  • Mancanza totale di spazzolamento
  • Bruxismo (digrignamento e/o serramento)

I SINTOMI

I sintomi associati alle recessioni possono essere del tutto assenti, oppure presentarsi attraverso l’ipersensibilità dovuta alla presenza della superficie radicolare dentale esposta all’ambiente orale e agli stimoli in esso presenti (caldo, freddo, cibi, ecc.). In altri casi è la gengiva stessa che può dare sintomi, quali il dolore dovuto all’infiammazione, associato alla presenza di placca e sanguinamento attorno al margine gengivale; altre volte il dolore è conseguenza del trauma gengivale conseguente alle manovre di igiene orale sopra riportate.
Nel caso di assenza di sintomi, la presenza delle recessioni viene diagnosticata dal semplice esame visivo, sia da parte del paziente (che talvolta lo nota come un inestetismo), sia da parte del dentista durante le normali visite di routine.

INDICAZIONI ALLA RICOPERTURA RADICOLARE

Le indicazioni all’intervento di ricopertura radicolare sono quelle che portano al miglioramento o alla correzione dei sintomi sopra menzionati: quindi alla risoluzione di problematiche funzionali.

I problemi estetici (intesi come privi di sintomatologia algica o infiammatoria), pur di secondaria importanza clinica, possono però avere la necessità di correzione; questo avviene quando si sospetta che la potenziale evoluzione delle recessioni possa diventare così importante da non garantire in futuro l’integrità dei tessuti di sostegno.

TERAPIE PER LA CORREZIONE DEI DIFETTI GENGIVALI

Esistono fondamentalmente 2 tipi di interventi che mirano al ripristino della normale anatomia gengivale; la scelta si basa sulla quantità e sulla qualità della gengiva ancora presente attorno al dente, al momento della diagnosi.

I DUE TIPI DI INTERVENTO:

  • Nel caso in cui la GENGIVA RESIDUA sia presente in quantità e qualità SUFFICIENTE, questa andrà ricollocata nella zona dov’era inizialmente presente.
  • Diversamente, in caso di GENGIVA INSUFFICIENTE e di consistenza fragile del nuovo tessuto gengivale, prelevato da un sito donatore (spesso il palato), verrà innestato nella zona carente, sede della recessione.

L’INTERVENTO

Entrambe i tipi di intervento, prevedono delle microincisioni, necessarie ai fini di mobilizzare leggermente la gengiva nativa e permetterne il riposizionamento in sede corretta. Qualora ci fosse necessità di ricreare parte della gengiva mancante, oltre che di riposizionare quella nativa, come sopra descritto, l’intervento verrà completato con il posizionamento un piccolo innesto gengivale, prelevato poco prima da un sito donatore. I lembi gengivali resi mobilivengono infine stabilizzati attraverso alcuni piccoli punti di sutura, che verranno rimossi nell’arco di 7-10 giorni.

DECORSO POSTOPERATORIO

  • Nei giorni successivi, si dovrà avere cura di mantenere una perfetta igiene orale, in quanto eventuali aree dentali non ben pulite potrebbero andare ad infettare la zona appena trattata e in fase di guarigione. Per l’igiene orale delle zone non trattate, usare lo spazzolino che normalmente si usa, avendo cura di pulire bene sia i denti che le gengive.
  • La zona in fase di guarigione, specialmente nei primi giorni che seguono l’intervento, va pulita utilizzando garze imbibite (con gel disinfettante o collutorio), e iniziando gradualmente ad utilizzare lo spazzolino man mano che i giorni passano, ma sempre facendo attenzione a non creare inutili traumi.
  • La terapia antibiotica viene frequentemente prescritta nei giorni subito successivi, ai fini di migliorare il decorso postoperatorio ed evitare possibili sovra infezioni della zona interessata.
  • Dolore, gonfiore ed eventuale ecchimosi, rientrano nel normale decorso postoperatorio, e come tali hanno sfumature ed entità totalmente soggettive. Questi segni e sintomi, che non rappresentano parametri indicativi del reale stato della ferita, non devono spaventare perché fanno parte del naturale processo di guarigione.
  • É consigliabile l’assunzione di farmaci anti-infiammatori/anti-dolorifici nei giorni subito successivi all’intervento solamente a bisogno, qualora il dolore dovesse rendere più pesante lo svolgimento delle normali attività quotidiane, che possono essere svolte avendo la cura di non esagerare con gli sforzi fisici per almeno 24-48 ore.
  • Sempre nei primi giorni successivi all’intervento, è consigliabile una dieta a base di cibi morbidi e non troppo caldi, evitando che la masticazione dei cibi vada ad interferire con la zona interessata.

GUARIGIONE

Come detto, la rimozione dei punti di sutura avviene dopo 7-10 giorni. Si dovrà avere cura di mantenere una buona igiene orale in generale, prestando sempre molta attenzione durante le manovre di spazzolamento della zona operata, e correggendo eventuali abitudini di igiene orale non corretta, che potrebbero andare a rendere vane le terapie finora messe in atto.

I controlli nell’arco dei 6 mesi successivi hanno lo scopo di monitorare l’effettivo miglioramento della salute gengivale, periodo oltre il quale si può valutare, sia in termini quantitativi che qualitativi, l’esito della ricopertura gengivale.

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