Rimozione chirurgica dell’apice infetto di una radice dentale

SI TRATTA DI UNA PROCEDURA CHE PERMETTE L’ASPORTAZIONE DELL’INFEZIONE ALL’APICE DELLA RADICE, ATTRAVERSO LA PROGRAMMAZIONE DI UN PICCOLO INTERVENTO CHE MIRA A RIMUOVERNE LA CAUSA.

L’intervento di apicectomia si effettua sul dente devitalizzato (o già sottoposto a trattamento canalare/endodontico), in quanto quest’ultimo presenta una serie di caratteristiche che in alcuni casi lo rendono suscettibile alla colonizzazione batterica in sede apicale (punta della radice).
L’infezione “periapicale”, viene così definita in quanto la zona infetta è circoscritta attorno all’apice radicolare, risultando ben visibile radiograficamente attraverso una radiotrasparenza (zona scura) che circonda l’apice radicolare interessato.

Il GRANULOMA è il termine d’uso comune per questa infezione cronica, usato però impropriamente, in quanto la presenza di tessuto granulomatoso propriamente detto, viene accertata solo attraverso l’esaminazione e la successiva refertazione istologica.

SINTOMATOLOGIA ASSOCIATA ALL’INFEZIONE RADICOLARE/APICALE

La presenza di infezione periapicale può manifestarsi in modo asintomatico o sintomatico;
nel primo caso, il reperto sarà occasionale, durante l’esecuzione delle radiografie di controllo. L’infezione sintomatica invece, è caratterizzata da una fase acuta con dolore continuo di intensità medio/forte, associato o seguito da gonfiore in corrispondenza della sede del dente infetto; frequente è anche il dolore alla masticazione, accompagnato dalla sensazione di dente “allungato” o che “tocca prima”.
I sintomi regrediscono più o meno completamente nell‘arco di 2-5 giorni in seguito alla terapia farmacologica (antibiotica e antinfiammatoria), portando il dente in una fase latente (dormiente), caratteristica dell’infezione cronica in fase asintomatica. E’ bene però ricordare che i farmaci assunti possono sedare il dolore e il gonfiore, ma non rimuovere la causa (che è data dalla presenza della radice infetta).
IN GENERALE, SI ALTERNERANNO PERIODI PIÙ O MENO PROLUNGATI DI BENESSERE, A PERIODI IN CUI LA RIACUTIZZAZIONE DELLA LESIONE SFOCIA NELLA SINTOMATOLOGIA ACUTA SOPRA DESCRITTA.

DENTE DEVITALIZZATO

Come descritto inizialmente, l’indicazione all’asportazione dell’apice radicolare è la presenza di un dente già devitalizzato, sul quale si sia instaurata e cronicizzata un’infezione. Ma ci sono ulteriori precisazioni da approfondire. Il dente “devitalizzato con apice infetto” non è, di per sé, l’unica indicazione sufficiente all’apicectomia.

INDICAZIONI ALL’APICECTOMIA

In prima battuta si cerca di curare il dente devitalizzato per via “ortograda”, ossia con accesso dalla zona coronale, si va a ripulire nuovamente l’intera radice, terapia definita di “ritrattamento canalare”Nel caso in cui a seguito della disinfezione della radice attraverso il ritrattamento, non si ottengano miglioramenti clinico-radiografici nei successivi follow-up (monitoraggio per 1- 6 mesi), si prende in considerazione l’asportazione chirurgica dell’apice e della lesione medesima.
L’apicectomia però può anche essere proposta senza dover necessariamente ritrattare il dente devitalizzato, qualora quest’ultimo presenti “ostacoli” che non ne permettano il ritrattamento per via ortograda. Questi sono rappresentati dalla presenza di strutture protesiche (perni endocanalari, ponti o corone) cementate e di difficile rimozione, o ostacoli all’interno del canale radicolare stesso. In tal caso si opta direttamente per l’intervento di apicectomia.

L’INTERVENTO

L’intervento, con alcune variazioni dipendenti dalla zona anatomica, viene effettuato attraverso una microscopica incisione sulla gengiva, lateralmente alla radice del dente da trattare, in modo tale da esporre quest’ultima; questo permette all’operatore di andare a sezionare l’apice dalla radice e successivamente di asportarlo, rimuovendo anche il tessuto infiammatorio nel contesto del quale l’apice si trova immerso.

DECORSO POSTOPERATORIO

Alcuni punti di sutura sigillano la gengiva sede dell’accesso e andranno rimossi dopo 7-10 giorni. Il decorso postoperatorio è abbastanza agevole, con un grado di dolore lieve/moderato, specialmente se supportato da adeguata copertura farmacologica (antinfiammatori e antibiotici), per agevolare la guarigione della zona e per controllare il gonfiore che inevitabilmente si presenterà. Non sono richieste particolari attenzioni, fatto salvo il fatto di adottare una dieta priva di cibi troppo caldi/piccanti e il mantenimento di un’attività fisica moderata nei giorni subito successivi.

GUARIGIONE

Le percentuali di guarigione si attestano oltre il 90% in molti dei lavori pubblicati in letteratura negli ultimi dieci anni, ma è corretto sottolineare l’importanza di valutare attentamente anche la possibilità di un approccio ortogrado.

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